Il lavoro che svolgo è rivolto all’individuo, alla coppia, alla famiglia e al gruppo. Parlo di consulenza e sostegno psicologico che pratico seguendo il modello della Gestalt.
Utilizzo spesso le metafore durante il mio lavoro con le persone, secondo me rendono maggiormente vivido un concetto, arrivano chiare allo stomaco, sono una corsia preferenziale per entrare in contatto con le emozioni. Così, se prendersi cura di sé fosse una metafora, potrebbe essere allora come scegliere di fare un viaggio: a volte ci si ritrova in luoghi familiari, altre volte invece si scoprono posti nuovi e l’effetto che ci fa! Immaginiamo che io, psicologa, sia come la compagna di viaggio, che io abbia un braccio lungo lungo e che tenga in mano una lanterna per illuminarti la strada che tu, nel qui e ora, scegli di percorrere. Si parte con le emozioni, (cosa sento?), il processo creativo prosegue con il pensiero (cosa voglio dato quello che sento?), si arriva all’azione (cosa faccio dato quello che sento e penso?) e si conclude con il “cosa sento dopo averlo fatto?”. Nella pratica, immaginiamo di provare paura. Se sento paura vuol dire che sento anche un pericolo per qualcosa. Qual è il pericolo? Il mio desiderio nascosto potrebbe essere quello di essere protetta e rassicurata. Cosa voglio fare perché qualcuno mi protegga e mi rassicuri? E qui arriva il bello! L’impegno, a questo punto, è trovare un accordo tra le varie parti di noi che spesso sono in conflitto sul da farsi, (per esempio una parte di me vuole chiedere un abbraccio e l’altra parte di me dice che queste cose non si chiedono, che devono uscire spontanee). Ogni accordo prevede uno scambio, e per ogni scelta c’è una rinuncia. Trovato l’accordo sul “che cosa voglio fare”, non resta che mettere in atto il nuovo comportamento.
Una parte del mio lavoro riguarda anche le consulenze tecniche di parte negli ambiti Civile e Penale, Adulti e Minori. Per esempio, nei procedimenti civili di separazione/divorzio/affidamento in cui sono coinvolti minori. È mia abitudine, prima di accettare l’incarico, incontrare il cliente, più d’una volta se valuto che sia necessario per me e l’avvocato. Soprattutto mi piace esplicitare ogni volta che “essere di parte” significa fornire supporto alla parte e tutelare gli interessi in primis dei minori quando sono coinvolti nel procedimento mantenendo la mia autonomia professionale.